Tutti gli articoli di Stregar's Blog

Un sito creato per raggruppare le attività passate, presenti e future, diramate a macchia e collegate da link accattivanti. Pagine che non parlano solo di me ma, soprattutto sono rivolte alle persone che incontro, alle loro attività e ai loro interessi. D'altronde ogni persona ha qualcosa da offrire e solo un interscambio onesto e solidale può far nascere qualcosa di grande.

Tradate e Piacenza

Tradate e Piacenza, due luoghi in un sol giorno

120348150_10215792157510856_3970288886489144930_oEccomi a uscire dalla porta di casa delle persone che mi hanno ospitato durante il mio week end di queste ultime ferie dell’anno 2020 quando, essendo ancora l’alba di primo mattino, il mio pensiero mi ha suggerito; “Ma perché non fermarti comunque a veder luoghi per rientrare poi stasera, a casa, o nel tardo pomeriggio?”. Già pensata come possibilità perché attirata da un Museo nelle vicinanze, ancor più ancorata per l’improvvisa partenza della mia ospitante amica.
Eccomi quindi a Tradate, in provincia di Varese, alla ricerca del museo Fisogni gestito da Guido Fisogni un’ormai pensionato imprenditore che andava a progettare le pompe di benzina nei vari luoghi d’Italia e non. 50 Anni di carriera in cui ha raccolto, restaurato e importato da Londra, America, Germania e Svizzera modelli e gadget dei più curiosi e mai visti.

Museo Fisogni;

Varcando la soglia ho avuto l’impressione di aver già visitato il luogo… forse ci son stata da piccolina? Può essere, mia madre aveva la passione di girare in luoghi differenti. Come ho visto il cartello del Guiness dei primati e i primi cartelli il ricordo mi è balzato in mente e ho iniziato ad esplorare il luogo non come una prima volta ma cercando di portar vivo il ricordo forse sepolto.

Come posso raccontar la storia del museo se è già ben presentata ed illustrata nel sito del signor Fisogni?  Da inesperta posso dire di aver visto cose interessanti dal punto di vista storico, è bello scoprire che esistevano auto alimentate al 48% da Benzina e il resto da Alcool per ridurre il costo delle accise del prezzo del petrolio. E perché han smesso di farle? Mi son chiesta e ho chiesto…. Penso di aver intuito il motivo anche se non espressamente espresso….
Un’altra particolarità storica? I cartelli stradali che pubblicizzano il marchio di benzina presente in una determinata cittadina, tutti i cartelli stradali erano neri (periodo del Fascio) e ricchi di pubblicità.

Tradate;

120330377_10215792155470805_1720933510515834696_o(1)

Nel 1905 aprì in paese la fabbrica di motociclette Frera, che contribuì allo sviluppo economico del territorio e ad un aumento dell’occupazione, anche di questo c’è un Museo purtroppo chiuso durante il mio passaggio nella City.
Diversamente che dire? E’ ricca di chiese da me ignorate anche se, ho letto, in una è presente un organo e diverse opere di pregio per chi è di fede religiosa. 

E le vie del centro?  Tutte graziosamente ricche di ciottoli sassosi che ne impreziosiscono lo stile. Mi son fermata in un forno alla ricerca della Brioches pizza letta in una recensione…. ho scoperto che non esiste…. che delusione ha avuto il mio palato quando si è dovuto accontentare del classico fagottino non farcito (altrimenti si condisce la borsetta di crema). In questo viaggio non ho però prestato attenzione ad un particolare; Un dolce tipico tradatese sono i Capricci, piccole meringhe…. non le ho assaggiate….. Uffy!!!!

Piacenza;

Dopo aver trascorso più di un’ora al Mc Donald’s di Piacenza per ricaricare le energie mie e del mio cellulare eccomi alla scoperta del parcheggio gratuito, un’immensa area posta tra i Carabinieri e la Questura di Via Beverora. Ormai son le tre passate quindi il tempo per visitar la city è misero e, il lunedì, tutto è chiuso quindi gli interni non rientrano nel mio percorso esplorativo. 
Fortunatamente via Malta è il proseguo della circonvallazione collegata all’autostrada… tutto dritto, impossibile sbagliare quindi il navigatore non mi è servito e ho potuto mantenere intatto il 35% di batteria raggiunto per le Photo.
Poche Photo…. non capisco perché si è azzerato così in fretta… dimenticando Zoommy a casa del cellulare ne ho abusato, mi sa che devo tornar a utilizzar anche il secondo numero se voglio usar anche il navigatore.

La City si presenta a me soleggiata e estremamente calda rispetto agli abiti che indosso, Tradate ha un’altra temperatura ed è così che mi son vestita per la giornata senza prevederne modifiche. Cosa non ho stupidamente percorso? Via XX Settembre (la Strä Dritta), nota per i suoi balconi in ferro battuto, collega piazza Duomo e piazza Cavalli in quanto era uso nel medioevo collegare con una strada dritta il simbolo del potere politico con quello religioso. In alcuni periodi storici era chiamata anche la Strä di Urévas (la Strada degli Orefici) perché vi si trovavano diverse botteghe di oreficeria.
Ma tanto avevo il cellulare scarico…

120489893_10215795208147120_6436628055147147056_o

Il palazzo venne fatto costruire da Margherita d’Austria nell’area dove era ubicata la Cittadella Viscontea, con lo scopo di erigere una residenza ducale, che fosse luogo di rappresentanza e simbolo della potenza della famiglia Farnese. Fanno parte dei musei civici ospitati all’interno del palazzo diverse collezioni: una sezione medievale comprendente una serie di affreschi provenienti da chiese piacentine, il museo archeologico, ospitato nella cittadella Viscontea che conserva al suo interno il fegato etrusco, una raccolta di armi antiche riunite ai primi dell’ottocento[3], una serie di carrozze donate nel 1948 da Silvestro Brondelli di Brondello, i fasti farnesiani, serie di opere realizzate per celebrare la famiglia Farnese e di cui rimane a Piacenza solo una parte del ciclo, il museo del Risorgimento, la pinacoteca, una serie di sculture e una collezione di vetri e ceramiche.
E IO NON L’HO VISTO!!!! E non sarei nemmeno riuscita ad aver una batteria che tenesse testa a tutte quelle possibili Photo!!!

120533654_10215795209627157_1638937473125245115_o

L’edificio è stato dedicato a i mutilati e agli invalidi reduci della Grande Guerra. E’un istituto di assistenza, costruito nel 1938, su progetto dell’architetto Alfredo Soressi, come sede della sezione locale dell’ANMIG (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra), sorta nel 1918. All’interno dell’edificio al piano terra avevano sede gli ambulatori e i locali per la distribuzione dei farmaci, mentre al primo piano hanno sede, dal 1938, gli uffici Sezione piacentina dell’ANMIG.

Che dire? Dovrò tornare anche a Piacenza….
Pubblicità

Castello di Avio, Sirmione e Peschiera del Garda

Castello di Avio, Sirmione e Peschiera del Garda… non so decidere qual’è la più bella!

Avio e il suo Castello

KODAK Digital Still Camera-Castello di Avio
Castello di Avio. Trento

Attratta dal Castello di Avio in provincia di Trento eccomi qui a scoprir le meraviglie del luogo. Lo pensavo un paesello provinciale di poco conto e, invece? Cosa scopro?  Che ha ben sette frazioni e che, nella sua tenuta di San Leonardo, è stata girata nel 2015, “La dama Velata” una serie televisiva.
Già solo il panorama gratifica l’animo e lo porta a respirare la magia della natura con i suoi variopinti profumi, colori e sensazioni, non sono ancora certa se il contorno l’ha fatto il paesaggio o il Castello.
Il sottoponte ferroviario mi ha incuriosito: “Ma io lì ci posso passare con l’auto?” mi son chiesta nel vedere una discesa costeggiar la ferrovia… il dubbio si è un poco placato grazie a un’auto che ha svoltato in quella direzione. D’altronde come far diversamente ad attraversar il fiume Adige? Ora capisco a cosa servono i semafori ai rondò…
Decido di abbandonare l’auto nel parcheggio del paesello dopo aver percorso minuscole stradine in ripida salita. Ma dove mi porti o mio navigatore? Ho pure incontrato il trattore in discesa, praticamente ci mancava la pecorella e poi era una perfetta scena di un probabile film comico!
Castellum Ava è il titolo del libro a lui dedicato, nome di riferimento tratto dalle primissime fonti storiche datate 1053, tutto completamente in sasso, sentieri compresi. Ogni volta che incontro un luogo di questo tipo il mio pensiero va alle calzature dell’epoca Medievale; Robuste suole o stratificazioni callose? Chissà…
Un fiumiciattolo scende dalla vallata e mi accompagna a ritroso lugo il sentiero che conduce al Castello, la prima torre fa da ingresso, ovviamente è presente un’area ristoro, un’altra zona invece è rimasta di proprietà  privata. Dopo aver donato l’intero Rudere al F.A.I. , nel 1977, una certa Castelbarco Emanuela tiene per se la “Torre della Picadora” Luogo dedicato alle impiccagioni dei prigionieri.
KODAK Digital Still CameraDei dipinti nei castelli ne ho visti di migliori, quelli della casa delle guardie sono di epoca sicuramente non artistica, “Troppo piatti” e Poco tridimensionali. Un pelo più carini quelli presenti nel Mastio o, per meglio dire, ciò che è rimasto degli affreschi anticamente dipinti (denominati pittura cortese).
Questa torre è divisa in quattro piani raggiungibili attraverso una scala in legno di epoca recente. Al centro un grosso tubo, di cui non ne ho capito il senso, percorre tutti i piani ad eccezione dell’ultimo, quello con il soffitto a volta denominato “camera dell’amore”. (anche se io, in realtà, di piani ne ho fotografati cinque, sei con la terrazza non visitabile,il primo piano già è rialzato con sotto altra struttura quindi i calcoli non tornano…) Il tutto è contornato da sentieri sassosi sempre in salita.. ottimi percorsi ginnici naturali!
KODAK Digital Still CameraLa leggenda narra che i guerrieri che si erano comportati male in battaglia venissero bendati e fatti girare nella casa delle guardie. Dopo averli storditi ben bene dovevano indicare delle lettere per formare una parola di senso compiuto, altrimenti venivano giustiziati! La principessa che non voleva sposarsi disse al padre che se un principe fosse stato in grado, bendato, di  ricomporre il suo nome con le lettere avrebbe avuto la sua mano! Un’altra leggenda narra che il Re aveva fatto fondere tutto il suo oro per farne uno scudo da lui poi sepolto e mai più ritrovato. Antiche leggende ora tramutate in caccia al tesoro per bambini al castello.

Sirmione

Raggiungo Sirmione nel tardo pomeriggio dopo aver preso possesso del mio B&b  in un paese di facile accesso alle attrazioni del luogo.
“Sirmione, Isola o Penisola?” un quesito che mi balza in testa fin dalla partenza da casa. Sul sito di Garda Turism scopro che è composta dall’isola del centro storico, interna al Castello Scaligero e dalla penisola che unisce questa alla costa nel punto della frazione di Colombare.
In sostanza è sia Isola che Penisola!!!
Purtroppo i siti visitabili sono ancora tutti chiusi, non sono riuscita a vedere nemmeno le grotte di Catullo da lontano perché la zona non è ancora accessibile (Anche se son stata tentata di andar oltre per curiosità). Girovagando tra i pochissimi viali presenti e contornati principalmente da alberghi e prati, assaporo l’odore del temporale che pare iniziare a farsi vivo. L’acqua si agita, il cielo si colora di fulmini e il mio pancino brontola dalla fame!
Mi soffermo a immortalar l’onda mossa dal vento che si è fatto acuto per poi tornar verso il centro e ai suoi negozi alla ricerca di cibo per placare lo stomaco tumultuoso per poi dirigermi tra le soffici lenzuola del B&b!

Peschiera del Garda

KODAK Digital Still CameraAncora assonnata e con in bocca il sapore della Brioches integrale con miele parcheggio l’auto nel cortile di una farmacia chiusa. Pagare i parcheggi???? Giammai!!!! Ci sono maree di cortili vuoti a disposizione, soprattutto di Domenica con un’epidemia da poco terminata!!!
Il mio stomaco ancora brontola così divoro anche la seconda brioches acquistata come spuntino per poi dirigermi verso la Fortezza di Peschiera divenuta nel 2017 patrimonio dell’umanità Unesco.
KODAK Digital Still CameraPorta Verona e Porta Brescia sono i due ingressi delle antiche mura di Cinta, l’origine della city è Celtica e nell’antichità il suo nome era “Arilica”. I canali interni sono stati deviati per permettere una maggior difesa in quanto è una delle quattro città che formavano un antico quadrilatero come sistema difensivo della prima metà del 1800 (Mantova, Verona e Legnago le altre tre).
InShot_20200609_163121508La salutare passeggiata mi ha permesso di visitar tutto senza prendere alcun mezzo, d’altronde è mia abitudine viaggiare in questo modo, solo così si possono scovar angoli nascosti come il “Vicolo del Pescatore” uno stretto passaggio che diviene una stretta porta che, vista dal lato opposto al mio ingresso, pare appartenere ad una proprietà privata ma che, invece, ha lo scopo di collegare due viali principali.
Scendo da Via Marzan per osservare un poco il porto e una curiosa imbarcazione completamente aperta sui due lati, incontro Piazza San Marco con il fiume che attraversa “Ponte dei Voltoni” di cui ho immortalato solo una volta e il paesaggio con la spiegazione dell’antico contesto.
Salgo verso il ponte lasciando alberi di Magnolia alle mie spalle e un immenso edificio storico che costeggia il lungofiume completamente abbandonato e, cercando informazioni sul web, pare essere in vendita!
Dopo aver osservato il paesaggio dal ponte salgo sul monticello alle mie spalle che mi permette di osservar la vallata e i primi bastioni delle mura. KODAK Digital Still CameraAl lato di porta Verona ecco che incontro il piazzale della Caserma d’artiglieria, entro e scopro che sono presenti varie attrattive tutte rigorosamente chiuse e un percorso che porta nuovamente ad osservare il panorama da un’altra angolazione. Mi dirigo verso la località Porto Vecchio e qui trovo un motociclista che si avvicina dopo che ho fatto la photo alla sua moto… KODAK Digital Still Cameral’ho reso partecipe del mio gesto… ma solo perché se né accorto…. mi consiglia di proseguir lungo la passeggiata situata un poco più avanti e io gli do retta non prima però di esser andata a veder tutti e cinque i Bastioni e dopo aver scoperto la Pista ciclabile che, comunque, passa da Porto vecchio per poter raggiungere Mantova.
Nonostante il lungo camminare ho voluto percorrere anche un tratto del lungolago Garibaldi che ho trovato completamente differente rispetto alla precedente camminata, due aspetti estremamente diseguali che racchiudono fascini opposti su un medesimo corso d’acqua.

Ecco concluse la mie ferie 2020.

KODAK Digital Still CameraAlla domanda “Dove sei stata in ferie?” ci sono due opzioni che creano reazioni psicologiche differenti:  “Sono stata a Peschiera del Garda, Sirmione con una breve visita al Castello in Trentino” è diverso dal dire “Ho fatto due giorni tra Peschiera del Garda, Sirmione e il Castello di Avio”. Perché creare nella mente di un probabile invidioso la certezza che le ferie son limitate a soli due giorni per natura economica?
Il sincero lo capisce il più snob rosica perché a tutti capita, prima o poi, di non riuscire a far settimane intere via da casa. E che sia mai…. io ormai ci sono quasi abituata e poi avrò tante cosa da vedere comunque vicino a casa… ne ho già viste tante ma qualcos’altro ci sarà sicuramente che stupirà il mio animo!

Costo delle mie ferie 2020?
41 € B&b
40 € Viaggio e Benzina
7.50€ Visita al castello
7€ Fritto di Pesce in street food
5.70€ Cena a Sirmione
8.50€ Cena prima della partenza + Panfrutto per souvenir
2.40€ Caffè e Acqua
7.30€ Pranzo ad Avio
3.40€ Colazione
Per un totale esatto di €122.80 … peccato non esser riuscita a fare il terzo giorno!!!

Luciano Pavarotti Home

Modena -Dimora dell’artista Pavarotti – 6 Settembre 2017

Durante la visita del 6 Settembre, in memoria della sua morte, la casa è rimasta aperta e di libero accesso ai visitatori. Durante la giornata è stato possibile assistere alle esibizioni canore degli allievi della  Fondazione Luciano Pavarotti

Casa in stile moderno con finiture antiche. Molto Chick!

Pavarotti locandina 1900Il sentiero per arrivare alla casa è un po nascosto e la dimora stessa non ha molti cartelli di indicazione ma possiede un parcheggio/prato nelle immediate vicinanze. L’ultimo piano è fantastico, il lucernario intrecciato alle tavole in legno rende chiaro il locale, il distacco moderno/antico del letto e il soppalco del terzo piano ampliano la stanza rendendola in armoniosa armonia con il piano sottostante, scena intravista da un grazioso balconcino.
Diversamente non ci sono molti oggetti appartenenti a lui, ho visitato case maggiormente ricche di ricordi ma, nonostante ciò, alcuni particolari meritano di essere osservati.

IPavarotti Pianofortel Pianoforte è uno strumento musicale a corde percosse mediante martelletti azionati da una tastiera. Questa è solitamente composta da 88 tasti, 52 di colore bianco e 36 di colore nero. I tasti bianchi rappresentano le note: do,re,mi,fa,sol,la,si,do. I tasti neri,invece,individuano le alterazioni (note bemolli o diesis).
La stanza principale contiene, al suo interno, un immenso pianoforte; proprio quello che vedete qui. 

Pavarotti dedicaLe pareti di questa stanza sono circondate da una serie di quadri e di dediche a lui riservate, la maggior parte del mobilio è in legno eccetto la cucina. Questa è estremamente moderna, interamente gialla e ha due lavandini immensi e due lavastoviglie.. e qui la domanda mi sorge spontanea: “ma in quanti partecipano, solitamente, a un ricevimento?”.
L’angolo cottura e la cappa non ve la descrivo, la dovete andare a vedere … in un film di fantascienza non è così maestosamente imponente. 

Pavarotti acqua PannaA lato due bottiglie speciali in “Limited Edition”; Acqua Panna e S.Pellegrino, per celebrare il grande tenore e l’Opera Italiana in genere. Un’iniziativa per comunicare, attraverso cinquanta milioni di bottiglie distribuite in 120 Paesi, l’Arte, la passione, il talento e lo stile Tipicamente Italiani. Questa iniziativa rientra all’interno di un progetto più ampio. L’azienda, infatti, prevede una collaborazione nel tempo con la Fondazione Luciano Pavarotti fondata dalla Moglie Nicoletta Mantovani. 

L’obbiettivo di questa sponsorship sarà quello di continuare a diffondere e mantenere vivo il messaggio di grande generosità intellettuale del tenore. Allo stesso tempo sarà un’occasione per aiutare a sostenere i giovani artisti che vogliono avvicinarsi al mondo dell’Opera. Ad essi verrà data la possibilità di esibirsi in occasioni di pregio in Italia e non.
Il portasigari e il cellulare della Nokia firmato “Pavarotti” mi hanno affascinato. Devo ammettere che sono i due oggetti che hanno maggiormente attirato la mia attenzione per la loro particolarità.

 

Pavarotti PortasigariIl primo; il portasigari, è sconosciuto.. non pensavo potesse esistere un oggetto simile a una cantinetta di vino ma piccola come un portariviste.
Tutto chiuso e rifinito sotto un vetro protettivo per mantenere intatto il dolce ricordo. 

Pavarotti cellulare personalizzatoIl secondo: L’inimitabile e indistruttibile Nokia, modello preistorico ma con un design a cravatta!!! La firma in rosso in alto a destra rende il pezzo unico nel suo genere.. fantastico a dir poco!

Dalla cucina si scende nella cantina reale che di “Cantinetta” ha poco a che vedere…  Due anticamere separano una stanza ricca di bottiglie impolverate di ogni tipologia e dimensione.
Alcuni oggetti sono posizionati in modo artisticamente naturale. Graziosa e di effetto la porta che racchiude tutto il contesto.

Pavarotti quadro disco LondraA lato solo uno dei numerosi premi esposti nella casa di Luciano Pavarotti nel corso degli anni, infatti, ha ricevuto un numero straordinario di onorificenze internazionali e un numero altrettanto ragguardevole di premi. Solo all’ultimo piano, però, si può ammirare interamente il suo stile; un moderno arredamento si mischia a travi in legno e dipinti a carboncino.

Pavarotti quadro 3Luciano aveva anche l’hobby della pittura, e questo passatempo, oltre a rilassarlo, era diventato anche una discreta fonte di guadagno. Le sue tele infatti venivano vendute con buone quotazioni. Notizia che non piacque a una presunta ideatrice di alcuni dei dipinti o, perlomeno, questo è ciò che risulta da questo articolo della Repubblica che indica la notizia:

Secondo il “Los angelesTimes” le opere di Pavarotti altro non sarebbero che copie di quadri dipinti da altri. Almeno questo è quanto afferma Mary Hicks, autrice del libro “Le mie avventure in Europa”, in cui sono riprodotti tre dipinti della stessa Hicks. L’ottantenne signora sostiene che Pavarotti avrebbe copiato questi tre dipinti trasformandoli in quadri intitolati “Venezia”, “Casa Fiorita” e “Parigi”, tutti e tre elogiati dai critici in alcune mostre. 

Fatto sta che questi inseriti non fanno parte dei dipinti dell’artista ma sono un omaggio di altri personaggi veramente molto abili con matita e pennelli.

Pavarotti dediche visitatoriFrontale all’appartamento si trova la casa gioco della figlia e, nel piano sottostante, un angolo informativo sulla sua passione per i cavalli e l’ippica. Sempre qui è allestita la stanza con i regali ricevuti da altri personaggi tra cui i dipinti sopra descritti e, tra questi, una parete zeppa di frasi e pensieri provenienti dai visitatori di tutto il mondo.

Pavarotti a dietaE come non fotografare la bilancia del pesante tenore qual’era ed è tutt’ora, d’altronde aveva gusti un poco saporiti come ho appreso durante questo mio tour tra i negozi storici di Modena.

Salse di Nirano – Fiorano Modenese

Salse di Nirano – Fiorano Modenese

Piccoli vulcani ribollenti che ricoprono il terreno e riversano fango e gas dal cuore della terra, uno dei miei luoghi prediletti per andar a percorrere chilometri di percorso da soli o in compagnia. Per chi ama passeggiare, è un giusto luogo per assaporare la natura in tutte le sue forme.
I vulcanetti sono un fenomeno geologico unico in Italia, proprio per questo tutta la zona è una riserva naturale. Qui, nel cuore degli Appennini, dal cuore della terra erutta fango misto ad idrocarburi, soprattutto metano, e sul terreno si creano queste collinette fangose, alte anche qualche metro, al cui interno ribolle il fango.
Raw00141

Uno dei luoghi da me preferiti in ogni stagione dell’anno d’estate, a causa dell’eccessivo caldo, preferisco soffermarmi a leggere un libro e a prendere un poco di sole seduta nel legnoso percorso che conducono a sentieri più nascosti e comunque percorribili grazie alle indicazioni presenti nei vari percorsi.
In autunno è ovvio; il tutto si trasforma in una tela di colori variopinti e dalle innumerevoli sfumature. Identica storia per la primavera. L’inverno è gelido, ma se è presente la neve è comunque una magia!

Sassuolo, Castello e Palazzo Ducale

Castello di Montegibbio.

Sul Sito di Montegibbio troverete indicazioni più dettagliate io, al momento, vi posso parlare solo della mia esperienza nella visita. In occasione della Giornata dei I luoghi del Cuore Fai sono entrata nelle stanze del Castello ormai usurate dal tempo e, alcune, non pienamente accessibili perché pericolanti.Tutto l’anno è possibile visitare La Corte e il sottostante “Parco” ma, solo in rare occasioni, le porte vengono aperte per permettere di osservare l’interno e le antiche stanze.
Purtroppo alcune zone non è comunque possibile visitarle e altre, come la terrazza e la stanza adiacente, sono percorribili solo in determinati punti o in gruppi in numero ristretto di individui.
Il mobilio non è sempre presente ma è sistemato solo nelle occasioni di apertura completa al pubblico solo la chiesa rimane integra nella sua struttura.

Palazzo Ducale

Il classico palazzo con le scalinate esterne in ingresso non è una prerogativa di questo contesto essendo ben nascosto e recintato e, purtroppo, tenuto chiuso al pubblico.
Nemmeno la classica residenza estiva con le siepi da giardino ben curate sono una tipicità di questa struttura… la guida è stata attenta a informar tutti che, dov’era presente il parco ducale, un tempo c’era un bosco per dare vigore e importanza alla caccia, il fiumiciattolo che ora è presente era un torrente che si collegava con quelli presenti a Modena per dare importanza al commercio.

Il Parco Ducale.

Peschiera Ducale
Peschiera Ducale – Sassuolo

Anche la Peschiera aveva una sua rilevanza; luogo di giochi e di divertimento, denominata “teatro delle fontane”, presentava un’articolata scenografia ripartita in tre ordini ed ornata da statue, grotte, nicchie, mosaici, stucchi, fontane e balconate per i musici. Sul fondo la Peschiera era chiusa da un’alta quinta a forma di montagna, sormontata dall’aquila simbolo della casata estense.

Piazza con Chiesa
Ingresso Principale del Palazzo

Dall’ex torre divenuta terrazza panoramica non ricordo bene quando, si vede il piazzale di ingresso e la chiesa di San Francesco in Rocca.

 

 

Palazzo ducale affreschi interni, porta dipinta
Numerosi Affreschi dipinti

Nella maggior parte delle stanze sono ancora vistose le pareti decorate, percorrendole mi sono soffermata a immaginarle ricche di arredi. A lato l’immagine della doppia porta, la seconda è stata decorata e dipinta, il palazzo l’ho ormai già visto almeno due volte, tre se considero il periodo in cui erano presenti i quadri recuperati dal terremoto nella bassa Modenese per effettuare il restauro.
L
a curiosità di sapere cosa c’è e cosa c’era negli altri due piani del palazzo è veramente forte… chissà… forse dopo l’imminente restauro potrò soddisfare questa mia curiosità!

Palazzo Ducale Scale
Scale Dipinte

La tentazione di varcare furtivamente la misera cordicella per scendere a curiosare un poco è stata forte…
Abbandonare la guardia per scivolare negli altri due piani scavandone i segreti.. -C’erano anche le prigioni? sicuramente…
-Ci sono i passaggi segreti?
-E i bagni? a parte il truccatoio non ne ho visti… (se non un finto camino adibito a una funzione simile…)
In realtà la zona a piano terra già l’ho visitata quando ha ospitato i quadri delle zone colpite dal terremoto.
Si potevano vedere i danni e il lavoro che dovevano impiegare per togliere fango e ricostruire i pezzi danneggiati dalla rovina.  

Palazzo Ducale Corridoio DipintoRimanendo quieta ho invece seguito la folla per ascoltare la guida e le sue informazioni… Colori marmorizzati prendono il posto di quadri tolti dalle pareti originali…
Certo è che, di pazienza ne dovevano avere parecchia per decorare così tanto…
Ci sono una marea di dipinti che non saprei minimamente descrivere. Posso solo dire di essere rimasta affascinata da alcuni piccoli particolari come questo pezzo di puzzle nella stanza del vento.
Dimenticavo di scrivere che ogni stanza ha una raffigurazione e una rappresentanza differente perciò, come ogni vecchio rudere che si rispetti, le pareti sono decorate a tema.

La stanza di Bacco si differenzia da quella della fortuna; la stanza con gli dei della settimana è piccola e stretta all’opposto, lo stanzone di ingresso è ricco, ampio e dettagliato nei particolari e nei colori…

Castiglioncello

Un non ricordo di una ormai lontana Vacanza.

Son ormai trascorsi anni da quella affascinante gita e sto cercando di ricordare il mio soggiorno a Castiglioncello dell’ormai lontano 2011 per poter integrare il blog con un’ulteriore viaggio da me effettuato ma di cui, purtroppo, poco ho scritto su questa avventura.
Ricordo che, inizialmente, la mia meta ricercata per festeggiare il diploma da poco acquisito, erano i borghi delle cinque Terre. Haimè però, B&B a Castiglioncelloi B&b contattati, erano tutti eccessivamente troppo costosi… scendendo lungo la costa son giunta a Castiglioncello che, paradossalmente, ha un B&b discretamente a costo basso sito sulla collinetta posta di fronte alla baia del Quercetano.
Baia del QuercetanoBhe… di fronte è un parolone… una sana passeggiata mi separa dalla baia e i glutei hanno la loro sana attività quotidiana.
Vittorio Gassman, nel lontano 1962, scelse Castiglioncello per girare alcune
scene del Film “Il Sorpasso” con Alberto Sordi. In questo luogo sono numerose le ville presumibilmente abitate da personaggi famosi e la mia curiosità si è accentuata ancor di più nell’apprendere che, durante il mio soggiorno, il luogo è altamente popolato da celebrità e che, forse ma non son certa, penso di essermi ritrovata di fronte a Staffelli in costume da bagno con un copricapo alquanto singolare.

Ovviamente i lettini da mare costan sui 25 euro al giorno (e se rammento ancora il prezzo significa che ne son rimasta traumatizzata…), altrettanto ovviamente ho preferito passeggiar lungo il viale dedicato ad Alberto Sordi, in costume da bagno, soffermandomi sul muretto o sugli scogli a pisolar occasionalmente.
Baia Quercetano 4In uno di quei giorni in cui ho solo voglia di far Photo (fresca di corso, spesso intenta a provar gli scatti) , eccomi a scoprire un angolo nascosto pieno di scogli un poco fastidiosi ma con la presenza di un accattivante panorama, circondata da buffi personaggi che prendono il sole completamente vestiti.  Subito non ci penso di essere in mezzo a possibili vip della televisione, ci rifletto solo dopo aver forse riconosciuto l’amico Staffelli.
I personaggi famosi son dunque quasi più tirchi della sottoscritta?

Giro Nell’entroterra; Bolgheri, Sassetta, Castagneto Carducci e Casale Marittimo.

Castagneto Carducci 2Castagneto Carducci un tempo si Chiamava Castagneto Marittimo, a Bolgari è seppellita la Nonna del famoso poeta dei Cipressi e uno degli altri due ha un affascinante cimitero monumentale in cui non sono entrata.
La Via degli Etruschi mi ha accompagnato tra i Borghi e i negozi eran ricchi di Enoteche in uno dei paeselli visitati. Sassetta possiede solo varie sculture in Sasso e Cavo d’albero che fungono a commemorare determinati elementi.

Bolgari.

Cipressi
I Cipressi all’ingresso di Bolgari!

Ecco la poesia che la datata guida turistica sputacchiosa mi ha dato in mano dopo avermi raccontato della presenza del corpo di non ricordo chi (forse la madre o la nonna Lucia, Qui la Poesia del famoso poeta) nel vecchio cimitero della piccola borgata.
In sostanza il Carducci ormai grande, rivedendo i Cipressi sul treno che lo sta riportando a casa, gli tornano in mente i giochi da bambino. Come Nausicaa con Ulisse lo chiamano ma lui resiste perché ormai non è più bambino e perché ne deve raggiungere uno.
Oggi  curerebbero con psicofarmaci colui che parla ai cipressi per dir loro che non può più andar da loro,egli è ormai diventato un uomo famoso, un professore universitario già molto noto come poeta e come scrittore, quindi sottolinea con affetto ai cipressi, definiti nella poesia con un diminutivo “cipresetti miei”, di non essere più quel ragazzino che organizzava adunanze tumultuose che spesso finivano a colpi di sassi, alcuni dei quali colpivano anche i cipressi.
Ma attenzione… i Cipressi gli rispondono, sanno che il poeta non è una celebrità, come egli stesso dichiara, ma un infelice come tutti gli uomini di fronte alle forze libere ed eterne della natura, alla pace, alla felicità, contrapponendo così, la vita semplice e autentica della natura a quella artificiosa e falsa della società, in cui il dolore, la tristezza., appartengono a tutti gli uomini, anche a quelli più felici, perché propri della condizione umana.
Perciò, se mi sentite parlare da sola vuol dire che ho l’animo di un Poeta!!!!  

Sassetta.

Un Tuffo alle Spiagge Bianche .

Il luogo si chiama Rosignano Solvay, qui nel 1913 l’ormai famosa ditta apre la fabbrica di Bicarbonato.. gli scarichi in mare danno, negli anni, questo colore all’acqua e alla sabbia. Le spiagge hanno anima chimica e sono definiti “I Caraibi Toscani” dalla gente del luogo.

Alla Scoperta di Cavriana

Cavriana e AvioGiungo a Cavriana nel primo pomeriggio dopo aver discusso con il navigatore a causa di Rondò non segnalati  (è possibile che siano così cocciuti? ma chi ha insegnato la via ad Olivia? la mia assistente google..), con mio grande stupore scopro che è associato ad “Avio” un comune di Trento dov’è situato un Castello che andrò a visitare nel prossimo futuro. Divertita salvo l’immagine del cartello sul cellulare per poi farlo vedere a mio padre di cui il comune ne ha copiato il nome.

Cavriana Centro - Alto Mantovano
Cunicolo Pedonale adiacente all’unico viale presente nel centro della città.

Mi dirigo immediatamente al’EX Stazione Scatter, sito del F.A.I. che mi ha attirato in questo grazioso paesello, salendo verso “Via Monte Gallo” si raggiunge un sentiero in cui si possono ammirare differenti esemplari di cuccioli teneri teneri, la camminata è breve e piacevole e le poche persone in  coda hanno  allietato l’attesa della guida.
Il mio pancino è ancora vuoto ma, stranamente, non ho fame, mi informo su ciò che potrà diventare il mio pasto-merenda e scopro che devo assolutamente assaggiare il “Dolce di san Biagio”.

Cavriana Bunker
“I Bunker della seconda guerra Mondiale”

Inoltre scopro che “I Bunker della seconda guerra Mondiale” sono visitabili solo previo iscrizione al F.A.I. (vogliono incrementare gli iscritti perché gestiscono un buon numero di Siti e dallo stato ricevono solo il 10% di ciò che utilizzano per essi).
E qui non faccio polemiche altrimenti mi dilungo in modo eccessivo….

Il ragazzo descrive i Bunker come dei lunghi corridoi sotterranei, l’ingresso è piccolo e situato tra l’antico castello e “Villa Mirra” e veniva utilizzato come rifugio durante i bombardamenti della seconda guerra Mondiale, è ancora presente e funzionante la sirena d’allarme.
Purtroppo non l’ho visitato, per protesta non mi sono iscritta al F.A.I. (Ritengo che questi beni non debbano venire gestiti quasi interamente con fondi privati ma che quel 10%debba aumentare per permettere di ampliare la rete dei siti e incentivare le visite).
Entrati all’Ex stazione Scatter inizio a seguire il gruppo per poi perdermi, di tanto in tanto, come sarà per tutte le visite effettuate… i tempi di “Photo” non sempre coincidono con quelli delle visite guidate.

L’Ex Base Nato o Stazione Scatter di Monte Gallo a Cavriana.

Come già scritto è stata l’attrattiva che mi ha condotto a Cavriana durante una delle giornate F.A.I. di Autunno.
L’ingresso è formato dalle classiche strutture di deposito armi, quella della guardia in servizio e, a lato, una più recente costruzione per i carabinieri e militari che soggiornavano a Cavriana, struttura costruita pochi anni prima che venisse a termine l’utilizzo di tutta la struttura.
Praticamente un cimelio vecchio ma “Usato Poco”.

In quest’ultimo edificio tutt’ora ben saldo e poco rovinato sono presenti alcuni particolari assai graziosi e ben conservati nonostante l’inutilizzo nel corso degli anni.
Tre terrazze servivano per avere piena visuale di tutto il territorio in entrambi i lati, la cucina e i forni sono in pieno stato di abbandono nonostante la possente struttura e la sua rilevanza nel corso della guerra Fredda.
Tutto il contesto apparteneva alla Nato ma i soldati Americani non sono mai giunti in questo luogo, solo una ventina di persone presidiavano la zona.

Tanti sono i particolari ancora presenti nonostante la struttura sia stata completamente vuotata dai militari e, successivamente, da sconosciuti che hanno, probabilmente, varcato i confini in modo abusivo.

Stazione Foro
Foro per difesa.

Il mio particolare preferito è quello a lato; un foro nel perimetro di una terrazza (in realtà i fori sono due) che permettevano, in caso di pericolo, di nascondersi tra le mura facendo uscire solo il fucile.
Per la stazione sono presenti progetti di Riqualificazione e riuso, tra cui uno in esposizione dato da un ragazzo del luogo di cui ha realizzato da tutto questo una tesina con il relativo progetto di rinnovo caratteristico su uso moderno e funzionale.

Ma a cosa serviva la stazione Scatter?

Cavriana base nato
Antica Base Nato.

Utilizzata per la trasmissione di informazioni attraverso due parabole a “Cono” situate sul punto più alto della cima e da altre più piccole poste a palo nel medesimo posto.
Quelle più grosse riflettevano le trasmissioni poste a migliaia di km di distanza per poi rifletterle nuovamente, le piccole servivano per i luoghi più vicini.
Insomma… un antico sistema di trasmissione delle informazioni, informazioni estremamente utili in un periodo in cui di queste ne avevano maggior necessità. Informazioni su battaglie, situazioni storiche e comunicazioni importanti in un “tempo” in cui questo era l’unico mezzo di informazione disponibile.
Se saltava una sola frequenza rischiavano di non ricevere dolorosi o preziosi avvertimenti di ciò che era quella realtà.

Tutti gli altri edifici sono composti da mura diroccate ed utilizzate per deposito mal gestito.

Cavriana Pasticceria
Pasticceria con cunicoli sotterranei.

Mi tuffo nella pasticceria “Parolini” pensando di gustarmi il dolce suggeritomi da una co-visitatrice ma… nulla!!! Dolce tristemente terminato già dal mattino…
Mi faccio suggerire cosa più di caratteristico hanno nel banco e mi faccio mettere nel piatto un biscotto cereali e miele, Un dolcetto zabaione e crema e un altro dolce di cui non ricordo bene il nome (non mi è piaciuto molto).

Cavriana il centro
Il Centro di Cavriana

Mi dirigo verso Villa Mirra, purtroppo la fila è lunga così decido di tornare verso il castello per vederlo quando è ancora giorno. Il centro principale di Cavriana è composto da un unico viale preceduto da un parcheggio, lungo la strada si incontra Villa Mirra, le varie attività adiacenti al Comune e, per finire, piazza Europa con la chiesa e un caratteristico passaggio pedonale e stradale a quella che è la città più moderna.

Il Castello.

Cavriana castello panoramica
Panoramica dalla torre.

Purtroppo è stato demolito nel 1770 dagli stessi abitanti per utilizzare il materiale per la costruzione di Villa Mirra, per questo motivo sono presenti solo alcune parti di struttura, si vedono bene i perimetri di quelle che furono le stanze del pian terreno ed è possibile visitare la torre e il deposito per il cibo e le provviste.

Castello3
Particolari

Giungo incuriosita da elementi presenti lungo il perimetro, il sasso crea un effetto “Rusticamente Stravagante” e ne impreziosisce i contorni nonostante le rovine di un perimetro distrutto e abbandonato.
Perché poi distruggere un castello intero per lasciare intatti solo alcuni frammenti? La torre con il campanile ok… ha senso; la cisterna per il cibo forse l’hanno continuata ad utilizzare … ma? Il resto? Pare quasi che siano rimasti dei pezzi inutilizzati… come accade con i mobili dell’Ikea… io ne ho un barattolo pieno che dovevano andare nell’armadio…. accadeva già nei secoli dei secoli….
E’ presente un gruppo con una guida e sento che le colonne erano rivestite con altro materiale, durante il “Saccheggio” hanno lasciato intatto solo lo scheletro della struttura, assieme a una coppia, che scopro essere cliente del centro commerciale in cui lavoro in un successivo momento, mi unisco al gruppo che ci fa visitare la torre e la cisterna per le provviste.

Cavriana Torre cisternaDopo aver percorso un tunnel illuminato con suggestive candele arriviamo ad una grossa stanza alta e piena di fori che permettevano l’ingresso dell’acqua piovana all’interno di questo immenso contenitore che veniva riempito di neve.


Cavriana interno cisternaL’acqua piovana formava uno strato di ghiaccio sotto al grosso cumulo di neve che permetteva di conservare tutto fino al mese di Giugno, avevano un grosso freezer naturale che li aiutava durante la stagione invernale.

Cavriana torre delle campaneLa torre è assai più interessante; ho sentito suonare una delle quattro campane presenti sulla cima, ho fatto Photo dall’alto a tutta la city castello compreso e ho appreso che i campanari erano soliti suonar le campane con il rischio di essere balzati in alto a metri e metri per poi essere schiacciati al suolo se si impigliavano malauguratamente nelle corde a cui erano aggrappati.
CastelloLa sala dell’orologio in cui veniva regolata l’ora dall’interno era posta sotto alla stanza delle campane mentre, un poco più sotto, una stanza in cui mi sono soffermata a scattare Photo, mi ero intestardita a volerne fare una artistica quando il gruppo ha proseguito il suo percorso.
Cercandoli sono scesa e ho aperto la porta, seguendo le voci sono poi risalita e li ho trovati tutti intenti a contemplare l’orologio, perché racconto ciò? Perché non ho chiuso la porta e ci siamo ritrovati più numerosi come gruppo… ho dato il libero accesso incondizionato a giovani studenti… Anche se alcuni sono stati mandati via invitandoli a tornare in un’altra certa occasione.
Cavriana castello pozzo detenutiNella prima stanza ecco trovare l’ingresso in cui entravano dall’esterno i campanari e una buca in cui venivano messi i prigionieri, i ladruncoli e coloro che dovevano essere giustiziati perché avevano commesso reati e dovevano scontare la loro pena fino alla morte. 

Pane integrale preistorico e tavolette enigmatiche a Villa Mirra.

Come raccontato è stata costruita con gli “avanzi” di ciò che fu il castello, ma, tutto sommato, l’intero centro storico è formato dalle antiche mura, i negozi ne hanno la caratteristica e, entrando nei bagni della pasticceria, mi sono resa conto che sono presenti piani inferiori, probabilmente vecchi cunicoli o antiche stanze della servitù (segreti nascosti della city?).
Un importante avvenimento si è svolto nella villa il 24 giugno 1959, primo centenario della battaglia di Solferino e San Martino, quando ospitò il Presidente della Repubblica Francese Generale Charles De Gaulle e il Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi per la colazione ufficiale nel salone al piano nobile.
L’edificio circondato da parco è divenuto proprietà del Comune di Cavriana nel 1976, ospita manifestazioni culturali, convegni e mostre. In un’ala della costruzione è ospitato il Museo archeologico dell’alto mantovano.
NapoleoneAnticamente fu costruita dagli Austriaci per creare il loro quartier Generale, fu utilizzata durante una battaglia contro Napoleone e, questo, nel corso del tempo, ha soggiornato in questa dimora, infatti è presente una stanza completamente a li dedicata nelle stanze del Museo archeologico Dell’alto Mantovano.
In questi anni la villa era di proprietà di famiglie nobili Mantovane per poi passare in mano ai Mirra che, per stravaganza o orgoglio, hanno sradicato lo stemma antico ed originale per far posto al loro Cognome.
Cavriana, villa mirra, bottiIl percorso inizia da quelle che furono le cantine; Un grosso torchio e due immense botti riempiono uno spazio ampio e non più utilizzato.
Nella villa tutto veniva prodotto, la caratteristica principale era che i Mirra fabbricavano ogni cosa come una piccola azienda, un altro esempio è in filatoio presente in una delle stanze del museo Archeologico.
Sono presenti i classici disegni delle ristrutturazioni subite nel corso degli anni, una delle particolarità? una finestra che si apre lungo un corridoio, i Mirra l’hanno lasciata dopo la ristrutturazione, anticamente era tutto aperto, la casa era visibilmente più piccina hanno quindi tenuto intatte le caratteristiche originali.

Villa mirra scaloneAnche lo scalone è stato costruito in un successivo momento ma… poi… perché raccontarlo? In questo tipo di case accade sempre così…. Perché l’ho voluto inserire nel Racconto? Una postilla così storicamente noiosa? Il perché è molto semplice; mi piace un casino la Photo che ho fatto dello scalone e la vetrata finale riprende la finestra sopra descritta e, ora, posta a lato.


Villa Mirra salone convegniQuesta invece la stanza visivamente più decorata, un variopinto di decori e stemmi degni di queste nobili famiglie.
La villa viene ora utilizzata per convegni, feste e questa è la sala di rappresentanza, quella che ora viene utilizzata per questo tipo di occasioni.

 Nel Museo archeologico trovo le tavolette enigmatiche; sassi con segni geometrici che possono combaciare assieme tra loro. Ne è ancora sconosciuta l’utilità ma pare che possano essere stati utili per l’antico commercio tra differenti comunità.

 In recenti scavi del 1983 è stato ritrovato un pezzo di pane… cioè… com’è che è rimasto intatto? è possibile? Senza muffa? E i topi? non hanno sentito l’odore? Non è che era stato seppellito l’anno precedente da un buontempone?
Pare sia integrale e pure cotto al forno!!! Orzo, Frumento, crusca!!!
Per l’occasione di Expo hanno riprodotto la stessa morfologia del pane e inserito nella teca assieme a quello nero (effettivamente i colori sono diversi).

La cena;
Cavriana PizzeriaOvviamente al termine dell’ultimo sito il mio stomaco mi ha comunicato con forza e vigore: “Guai a te se ti metti alla guida prima di riempirmi!!!” , così ho facilmente ceduto, soprattutto perché ho trovato aperta l’unica pizzaria dalla caratteristica porta.
Piccola e graziosa nello stile ma cara nel contenuto, la pizza non è male ma i  prezzi sono un pò alti considerando che viene utilizzato un forno elettrico, sono equivalenti a una pizzeria che conosco e che utilizza il forno a legna.
Vero è che il centro è il centro…..

Kibbutz e mar morto – קיבוץ וים מת

Cos’è un Kibbutz?

Il kibbutz (villaggio collettivistico) è una forma di vita sociale unica al mondo, in cui ogni bene è posseduto dalla collettività dai membri del villaggio.
 
Circa 90 anni fa è stato fondato il primo kibbutz, il nome kibbutz proviene dalla parola ebraica “kvutza” che vuol dire gruppo. Era un’idea rivoluzionaria nella quale una gruppo di persone che volontariamente vivono rispettando un’idea di contratto sociale, basato sull’eguaglianza.
La vita nello kibbutz ritiene che tutte le entrate debbano entrare in un budget che poi verrà diviso tra tutti i membri, questo fatto vuol dire che si può lavorare anche come direttore di una grande azienda privata ma si ricevono gli stessi diritti di un agricoltore e anche lo stesso stipendio, e la somma che viene guadagnata viene suddivisa tra I diversi membri che guadagnano di meno.

Raggiungo il Kibbutz, trattasi di un’Oasi tipo una via di mezzo tra un’hotel e un campeggio con i boungalow, le stanze sono luoghi chiusi con aria condizionata e frigorifero e non sono in materiale fragile ma in cemento , il corridoio è piena natura con i cartelli stradali per indicare il numero delle stanze. Internamente un vastissimo giardino botanico, una piscina e una spa. Poco distante e compreso di un ingresso del biglietto omaggio, una spa con piscine al chiuso, all’aperto, i fanghi, il massaggio e l’accesso al treno per arrivare a pucciare i piedi nel mar morto.
100_3005 Sulla riva del Mar Morto son riuscita a rimanere solo un’oretta o poco più, un’onda di moscini fastidiosi si depositano sulla pelle ogni qual volta questa è secca e priva d’acqua, siccome nel deserto questo avviene dopo pochissimi minuti dalla doccia, lo sterminio ha avuto inizio quasi immediatamente. Gli sciami son deceduti in modo quasi indolore ma il fastidio è continuato così son tornata in fretta a riprendere il trenino (tre vagoncini trainati da un trattore) per raggiungere la piscina.
Il sentiero gommato mi ha permesso di sedermi in mezzo alla piscina per osservare la situazione ed assentarmi per prendere una tintarella silenziosa, un gruppo di ragazzi gioca al mio fianco, altri due sono intenti a chiacchierare, uno di questi ha una lattina di birra in mano e il corpo in acqua… al sole… all’estero non è pericoloso? Pare un tedesco… ci sarà abituato? E’ usuale da loro? Poi arriva lei; la signora Coccinella che si accovaccia sul mio braccio, stavo per cacciarla credendola un moscerino ma per fortuna il mio sguardo è stato più veloce della mia mano e l’ho lasciata libera di gironzolare indisturbata sul mio corpo. Ma dov’è? non la vedo più. Una rapida occhiata e la vedo sgambettare affannata perché è caduta in acqua, salva solo perché non ho più sentito il suo sgambettare sul braccio, così la riposiziono e continuo a gustarmi la tintarella. Non sento più lo sgambettio… Sarà ora volata via? No… eccola di nuovo ad annaffiarsi in acqua… senti coccinella o impari a nuotare o a volare più lontano del bordo piscina… Deceduta? no, l’ho portata a riva anche se un’oretta dopo ho visto una ragazza portar qualcosa a riva per posarla delicatamente sul bordo vasca… e qui mi chiedo; chissà se è ancora viva? dovevo portarla a casa… Attorno all’hotel, oltre alle stanze, al ristorante e al parco Botanico con le piante classificate e identificate, il proseguo del kibbuts (trattasi di antiche forme di città collettive nate nel 1909) è caratterizzato dalle abitazioni dei residenti e delle proprie famiglie, come ogni civiltà ha una scuola, un market e un’assistenza sanitaria. Solo le strade e i veicoli sono buffi a causa delle loro ridotte dimensioni. Un sogno di posto che abbiamo vissuto in pieno relax anche senza accendere l’aria condizionata! Sempre nel deserto ma non interni al Kibbutz si possono vedere gli accampamenti dei Beduini (Badawi, abitatore del deserto, è il nome corretto) .Una popolazione anarchica che un tempo viveva da fuorilegge, spostandosi nel deserto in piena libertà, fiera e passionale; l’estremismo del deserto sembra essersi trasferito nell’anima dei badawi, generosi fino all’eccesso, disposti ad uccidere l’ultimo animale rimasto per rendere onore alla tradizione dell’ospitalità, sensuali e fieri della propria virilità, audaci e sprezzanti della morte, pronti a morire per la propria donna ma disposti a punirla con violenza se si scoprono traditi, guerrieri spietati. L’ira li può cogliere all’improvviso ma se appagati sopportano fino al sacrificio. Generosità e astuzia convivono nel loro cuore senza conflitto, come doni e risorse da utilizzare seguendo il destino delle cose che accadono. Non propensi a cedere alle modernità che la vita può loro offrire perché radicati visceralmente alle loro tradizioni più antiche.

Masada (o Massada, o in ebraico Metzada מצדה)

Arriviamo in Bus al luogo che descriverò più tardi, ho lasciato la mia compagna di viaggio per proseguire fino al “Masada” per esplorarne la vetta. Trattasi di una montagna nel deserto del Negev su cui sorgeva una città circondata da Mura. Ovviamente chi può distruggere una simile maestosità? Il popolo romano, accampato poco lontano, cerca di varcare uno spiraglio di ingresso riuscendo nell’intento in una sera ormai tarda per assalire la popolazione. Il giorno successivo entrano e trovano tutti deceduti (in realtà quasi perché pochi sopravvissuti sono rimasti), durante la notte sono stati scelti 10 uomini per uccidere tutti, di questi 1 avrebbe ucciso i restanti 9 per poi suicidarsi. Perché arrivare alla morte? Perché i Romani rubavano, assediavano e rendevano in schiavitù le popolazioni conquistate. Questo è un riassunto brevissimo rispetto a tutto il lungimirante racconto visto su internet e pienamente illustrato da Alberto Angela in modo chiaro e conciso. Ora son però rimasti un mucchio di sassi a tratti ben composte e sorrette tra loro, un grande piazzale simile alla pietra di Bismantova che si trova nelle montagne Reggiane, un percorso che indica eccellentemente ciò che c’era in quel luogo come il palazzo grande, il più piccino, la Cisterna… E’ possibile salire in due modi differenti, ovviamente ho scelto la più comoda; la Funicolare, però sarebbe stata spiritualmente introspettiva una camminata lungo il sentiero del serpente, indubbiamente meglio è assaporarla all’alba, quando il sole non accalda troppo le tempie e la visuale dell’alba sul mar morto permette di creare un’alternanza di cronologie cromatiche degne di un’artista fotografico! A sole alto, invece, la sabbia è più acre e accesa, son riuscita a bere due litri d’acqua in due ore, non oso pensare coloro che lavorano in pieno deserto come fanno a non morire… ho chiesto alla mia compagna di viaggio, da archeologa in pensione ricorda ore in cui beveva 2 litri anche senza sosta anche perché i pesi da portare erano abbondanti (non avevano tutte le odierne attrezzature) e il cercare reperti implica un tempo e una pazienza non consoni al calore che il sole può emanare in determinati orari

Da qualche tempo ho imparato che bisogna lasciare che la vita ci spettini, perciò ho deciso di vivere la vita con maggiore intensità.
Il mondo è pazzo. Decisamente pazzo…
Le cose buone, ingrassano. Le cose belle, costano. Il sole che ti
illumina il viso fa venire le rughe.
E tutte le cose veramente belle di questa vita, spettinano…
– Fare l’amore, spettina.
– Ridere a crepapelle, spettina.
– Viaggiare, volare, correre, tuffarti in mare, spettina.
– Toglierti i vestiti, spettina.
– Baciare la persona che ami, spettina.
– Giocare, spettina.
– Cantare fino a restare senza fiato, spettina.
– Ballare fino a farti venire il dubbio se sia stata una buona idea
– metterti i tacchi alti ti lasciano i capelli irriconoscibili ..

Quindi, ogni volta che ci vedremo, avrò sempre i capelli spettinati…
Tuttavia, non dubitare che io stia vivendo il momento più felice della mia
vita.
E’ la legge della vita: sarà sempre più spettinata la donna che scelga il
primo vagoncino sulle montagne russe di quella che scelga di non salire…
Può essere che mi senta tentata di essere una donna impeccabile, 
pettinata ed elegante dentro e fuori.
Questo mondo esige bella presenza: pettinati, mettiti, togliti, 
compra, corri, dimagrisci, mangia bene, cammina diritta, sii seria…
Ecco la raccomandazione a tutte le donne:
Abbandonati, Mangia le cose più buone, Bacia, Abbraccia, Balla, 
Innamorati, Rilassati, Viaggia, Salta, Vai a dormire tardi, Alzati presto, Corri, Vola, Canta, Fatti bella, Mettiti comoda, Ammira il paesaggio, Goditela e, soprattutto, lascia che la vita ti spettini!!!!