Kibbutz e mar morto – קיבוץ וים מת

Cos’è un Kibbutz?

Il kibbutz (villaggio collettivistico) è una forma di vita sociale unica al mondo, in cui ogni bene è posseduto dalla collettività dai membri del villaggio.
 
Circa 90 anni fa è stato fondato il primo kibbutz, il nome kibbutz proviene dalla parola ebraica “kvutza” che vuol dire gruppo. Era un’idea rivoluzionaria nella quale una gruppo di persone che volontariamente vivono rispettando un’idea di contratto sociale, basato sull’eguaglianza.
La vita nello kibbutz ritiene che tutte le entrate debbano entrare in un budget che poi verrà diviso tra tutti i membri, questo fatto vuol dire che si può lavorare anche come direttore di una grande azienda privata ma si ricevono gli stessi diritti di un agricoltore e anche lo stesso stipendio, e la somma che viene guadagnata viene suddivisa tra I diversi membri che guadagnano di meno.

Raggiungo il Kibbutz, trattasi di un’Oasi tipo una via di mezzo tra un’hotel e un campeggio con i boungalow, le stanze sono luoghi chiusi con aria condizionata e frigorifero e non sono in materiale fragile ma in cemento , il corridoio è piena natura con i cartelli stradali per indicare il numero delle stanze. Internamente un vastissimo giardino botanico, una piscina e una spa. Poco distante e compreso di un ingresso del biglietto omaggio, una spa con piscine al chiuso, all’aperto, i fanghi, il massaggio e l’accesso al treno per arrivare a pucciare i piedi nel mar morto.
100_3005 Sulla riva del Mar Morto son riuscita a rimanere solo un’oretta o poco più, un’onda di moscini fastidiosi si depositano sulla pelle ogni qual volta questa è secca e priva d’acqua, siccome nel deserto questo avviene dopo pochissimi minuti dalla doccia, lo sterminio ha avuto inizio quasi immediatamente. Gli sciami son deceduti in modo quasi indolore ma il fastidio è continuato così son tornata in fretta a riprendere il trenino (tre vagoncini trainati da un trattore) per raggiungere la piscina.
Il sentiero gommato mi ha permesso di sedermi in mezzo alla piscina per osservare la situazione ed assentarmi per prendere una tintarella silenziosa, un gruppo di ragazzi gioca al mio fianco, altri due sono intenti a chiacchierare, uno di questi ha una lattina di birra in mano e il corpo in acqua… al sole… all’estero non è pericoloso? Pare un tedesco… ci sarà abituato? E’ usuale da loro? Poi arriva lei; la signora Coccinella che si accovaccia sul mio braccio, stavo per cacciarla credendola un moscerino ma per fortuna il mio sguardo è stato più veloce della mia mano e l’ho lasciata libera di gironzolare indisturbata sul mio corpo. Ma dov’è? non la vedo più. Una rapida occhiata e la vedo sgambettare affannata perché è caduta in acqua, salva solo perché non ho più sentito il suo sgambettare sul braccio, così la riposiziono e continuo a gustarmi la tintarella. Non sento più lo sgambettio… Sarà ora volata via? No… eccola di nuovo ad annaffiarsi in acqua… senti coccinella o impari a nuotare o a volare più lontano del bordo piscina… Deceduta? no, l’ho portata a riva anche se un’oretta dopo ho visto una ragazza portar qualcosa a riva per posarla delicatamente sul bordo vasca… e qui mi chiedo; chissà se è ancora viva? dovevo portarla a casa… Attorno all’hotel, oltre alle stanze, al ristorante e al parco Botanico con le piante classificate e identificate, il proseguo del kibbuts (trattasi di antiche forme di città collettive nate nel 1909) è caratterizzato dalle abitazioni dei residenti e delle proprie famiglie, come ogni civiltà ha una scuola, un market e un’assistenza sanitaria. Solo le strade e i veicoli sono buffi a causa delle loro ridotte dimensioni. Un sogno di posto che abbiamo vissuto in pieno relax anche senza accendere l’aria condizionata! Sempre nel deserto ma non interni al Kibbutz si possono vedere gli accampamenti dei Beduini (Badawi, abitatore del deserto, è il nome corretto) .Una popolazione anarchica che un tempo viveva da fuorilegge, spostandosi nel deserto in piena libertà, fiera e passionale; l’estremismo del deserto sembra essersi trasferito nell’anima dei badawi, generosi fino all’eccesso, disposti ad uccidere l’ultimo animale rimasto per rendere onore alla tradizione dell’ospitalità, sensuali e fieri della propria virilità, audaci e sprezzanti della morte, pronti a morire per la propria donna ma disposti a punirla con violenza se si scoprono traditi, guerrieri spietati. L’ira li può cogliere all’improvviso ma se appagati sopportano fino al sacrificio. Generosità e astuzia convivono nel loro cuore senza conflitto, come doni e risorse da utilizzare seguendo il destino delle cose che accadono. Non propensi a cedere alle modernità che la vita può loro offrire perché radicati visceralmente alle loro tradizioni più antiche.

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